mercoledì 27 maggio 2009

arte

Movimento, energia e tensione sono fra le caratteristiche principali dell’arte barocca; forti contrasti di luce e ombra accentuano l’effetto drammatico di dipinti, sculture e opere architettoniche. Nei quadri, negli affreschi, nei rilievi e nelle statue barocche vi sono inoltre spesso elementi che suggeriscono una proiezione verso lo spazio circostante, indistinto e infinito, grazie anche a un’attenta resa volumetrica e prospettica.

La tendenza naturalistica è un’altra componente fondamentale dell’arte barocca; le figure umane ritratte non sono stereotipi, bensì individui, ognuno ben caratterizzato. Gli artisti di questo periodo erano affascinati dagli intimi meccanismi della mente e dalle convulse passioni dell’anima, che vollero ritrarre attraverso le caratteristiche fisiognomiche dei loro soggetti. Un senso di intensa spiritualità è presente in molte opere, in particolare nelle rappresentazioni di estasi, martiri o apparizioni miracolose, soprattutto a opera di artisti di paesi cattolici come l’Italia, la Spagna e la Francia. L’intensità, l’immediatezza, la cura per il dettaglio dell’arte barocca ne fanno tuttora uno degli stili più coinvolgenti per lo spettatore in tutto l’arco dell’arte occidentale.

Pittura e scultura Barocca in Italia

Le radici del barocco vanno rintracciate nell’arte italiana del tardo XVI secolo. Come reazione al manierismo – caratterizzato dall’inquieto tentativo del superamento dei temi della tradizione attraverso l’enfatizzazione del difforme e dell’asimmetrico e il ricorso ai contrasti cromatici – molti artisti furono animati dal desiderio di un ritorno a un ordine classico.

La scuola che si sviluppò intorno ai Carracci (Annibale, Agostino e Ludovico), ad esempio, tentò di liberare l’arte dalle sue complicazioni manieristiche recuperando i principi di chiarezza, monumentalità ed equilibrio propri del primo Rinascimento. Con gli affreschi del soffitto nella galleria di Palazzo Farnese (1597-1601), Annibale Carracci segnò una tappa fondamentale nello sviluppo della corrente “classicheggiante” del barocco. Tale impostazione stilistica caratterizzò le opere di pittori come Guido Reni, Domenichino,Francesco Albani, e di scultori come Alessandro Algardi, formatisi nella bottega dei Carracci e trasferitisi in seguito a Roma.

Nella città dei papi giunse anche Caravaggio, che divenne in breve tempo il principale antagonista di Annibale Carracci e lo spirito guida di un’intera scuola di artisti barocchi, più orientata al naturalismo. Formatosi su temi e motivi della pittura lombarda del XV e XVI secolo, Caravaggio elaborò un personale e drammatico stile espressivo, incentrato su forti contrasti di luce e ombre: figure umane vive, “autentiche” nella loro caratterizzazione che attinge alla realtà e alla quotidianità, emergono con forza prepotente attraverso il chiaroscuro, palesando la loro intima verità.

Roma divenne il centro della pittura barocca e molti artisti stranieri, come i francesi e Nicolas PoussinClaude Lorrain, elessero l’Urbe a sede della propria attività. Nel corso del primo ventennio del XVII secolo il naturalismo trovò grandi interpreti nei pittori qualificati come “caravaggeschi”, che operavano a Roma, a Napoli e nel Nord Italia: ricordiamo tra gli altri Orazio Gentileschi e la figlia Artemisia, BartolomeoManfredi,il Battistello, il francese Valentin de Boulogne, l’olandese Gerrit van Honthorst e lo spagnolo Jusepe de Ribera. Sebbene dopo il 1630 il naturalismo barocco stesse già vivendo una fase di declino in Italia, esso continuò a godere di grande fortuna in tutto il resto d’Europa fino alla fine del secolo.

Intorno agli anni Trenta del Seicento si affermò nell’affresco uno stile decorativo che costituisce un inconfondibile tratto caratterizzante del periodo, soprattutto a Roma. Il soffitto dei palazzi e delle chiese romane fu affrescato con arditi scorci architettonici e sfondamenti prospettici sull’infinito del cielo, popolato di figure mitologiche o personaggi della storia sacra librati nell’azzurro e nel giallo della luce solare, adagiati su candide nubi o affacciati dagli edifici classicheggianti rappresentati. Esempi illustri di questo gusto per l’illusionismo spaziale sono l’Assunzione della Vergine (1625-1627) di Giovanni Lonfranco nella chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma; il Trionfo della Divina Provvidenza di Pietro da Cortona, affrescato sulla volta del salone di Palazzo Barberini a Roma ( 1633-1639); il grandioso Trionfo del nome di Gesù (1672-1683) del Baciccia, nella chiesa del Gesù a Roma.

Per quanto riguarda la scultura, il primo notevole esempio di “ritorno alla natura” è offerto dalla Santa Cecilia di Stefano Maderno (1600, Santa Cecilia in Trastevere, Roma), ritratto della santa da morta, colta nella stessa posizione abbandonata in cui il suo corpo era stato rinvenuto nella chiesa di Trastevere.

FuGian Lorenzo Berninii, tuttavia, a dominare la scultura barocca a Roma: già con i suoi primi gruppi marmorei, come Il ratto di Proserpina e Apollo e Dafne (1621-22, 1622-1624, Galleria Borghese, Roma), dimostrò una straordinaria abilità nel creare effetti di realistica tensione drammatica, grazie ai forti contrasti di chiaroscuro e alla cura per il particolare anatomico. La sua Estasi di santa Teresa (1645-1652, Cappella Cornaro, Santa Maria della Vittoria, Roma) è capolavoro di resa espressiva, improntata a una forte sensualità, e di composizione plastica, in un’articolata orchestrazione teatrale che costituisce un altro segno distintivo del barocco. Artista prediletto dall’autorità papale, Bernini realizzò per laBasilica di San Pietro l’imponente baldacchino bronzeo (1624-1633) sull’altare maggiore e la Cattedra di San Pietro (1657-1666), splendide prove dello sfarzo e della munificenza della Chiesa cattolica romana, contro i quali tuonavano i sostenitori della Riforma

Architettura Barocca in Italia

Scultore di riconosciuta grandezza (ricordiamo ancora tra le sue opere la Fontana dei fiumi in piazza Navona a Roma, 1648-1651), Bernini fu anche un importante e autorevole architetto. Oltre al colonnato che abbraccia la piazza San Pietro (1656-1667), progettò Palazzo Ludovisi (ora Palazzo Montecitorio) e Palazzo Chigi, e alcune chiese, tra cui Sant’Andrea al Quirinale (1658-1670).

Fra i maggiori interpreti del primo barocco vi fu inoltre Carlo Maderno, che tra il 1606 e il 1612 costruì il prolungamento della navata e la facciata della basilica di San Pietro, e Francesco Borromini, autore tra l’altro del progetto per la chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane (1638-1641), a pianta ellittica, con elegante facciata concavo-convessa.

Francesco Maria Rechini e Baldassarre Longhena rappresentarono l’architettura barocca nell’Italia settentrionale. Il primo operò a Milano: a lui si deve la chiesa di San Giuseppe (1607-1630), il Palazzo di Brera, Palazzo Durini e la facciata curvilinea del Collegio Elvetico. Il secondo divenne famoso per la chiesa di Santa Maria della Salute (iniziata nel 1631), riccamente decorata, affacciata sul Canal Grande. Particolarmente spettacolare è l’opera di Guarino Guarini a Torino: la sua Cappella della Santa Sindone (1667-1690, parzialmente danneggiata da un incendio nel 1997) si distingue per l’ardita e intricata geometria delle forme.

Anche a Napoli, a Lecce e in Sicilia l’architettura barocca ebbe notevole sviluppo. A Napoli si possono ammirare la facciata di Santa Maria della Sapienza (iniziata nel 1638), il chiostro della Certosa di San Martino (1623-1631) e la guglia di San Gennaro (iniziata nel 1631); a Lecce pregevoli esempi di stile barocco sono costituiti dalla cattedrale (1659-1670) e dalla basilica di Santa Croce (iniziata nel 1548); mentre tra i capolavori del tardo barocco siciliano bisogna citare almeno gli splendidi edifici di Noto, tra i quali la chiesa di San Francesco all’Immacolata, il monastero del Santissimo Salvatore e il Duomo (gravemente danneggiato da un crollo nel 1996).

Arte Barocca in Spagna

In Spagna, il barocco si affermò attraverso l’influsso della pittura italiana, e in particolare delle opere di Tiziano, Tintoretto, Federico e Taddeo Zuccari, e soprattutto di Caravaggio.

A Valencia, il gusto barocco e naturalistico è riconoscibile nell’opera di Francisco Ribalta, che risentì dell’influenza di Jusepe de Ribera, protagonista del barocco napoletano. Madrid e soprattutto Siviglia divennero i centri principali dell’arte barocca spagnola: nella città andalusa operarono i pittori Juan de las Roelas, Francisco Pacheco, Francisco de Herrera il Vecchio, Francisco de Zurbarán, autore quest’ultimo di dipinti a soggetto religioso caratterizzati da forte realismo rappresentativo. Lo stile di Zurbarán, che lavorò quasi esclusivamente su commissione per conventi e monasteri, accolse negli anni della maturità la suggestione della maniera più pacata di Bartolomé Estéban Murillo.

Le opere di Caravaggio erano note a Siviglia già nel 1603; ne fu fortemente influenzato colui che divenne poi il grande pittore barocco spagnolo, Diego Velázquez, chiamato a Madrid nel 1623 come ritrattista alla corte di Filippo IV. Oltre che nei molti dipinti dedicati alla famiglia reale, Velázquez trasfuse il suo stile anche in composizioni di carattere storico e mitologico.

Altro importante artista della generazione di Velázquez, anch’esso andaluso, fu il pittore e architetto Alonso Cano, famoso per la connotazione devozionale dei suoi dipinti. Il tardo barocco di Siviglia è ben rappresentato inoltre da Juan de Valdés Leal, autore di due Vanitas (1672, Hospital de la Caridad, Siviglia) che offrono una rappresentazione realistica e quasi morbosa di scheletri e cadaveri in via di decomposizione. Fra le ultime generazioni di pittori barocchi attivi a Madrid si ricordano Francisco Rizi, Juan Carreño de Miranda e Claudio Coello, tutti chiaramente influenzati dallo stile italiano.

La scultura barocca si innestò sulla tradizione spagnola dell’intaglio del legno, trovando espressione soprattutto nei retablos (pale d’altare). Gregorio Fernández, che operò principalmente a Valladolid, fu il più importante scultore della Spagna centrale, mentre la scuola meridionale è rappresentata da Juan Martínez Montañés e Juan de Mesa a Siviglia, da Pedro de Mena e Alonso Cano a Granada.

L’architettura del primo barocco spagnolo riprende in parte lo stile del palazzo-monastero dell’Escorial (1563-1584), presso Madrid: si consideri ad esempio la facciata della cattedrale di Granada, progettata e realizzata da Cano, anche se agli elementi rinascimentali si accompagna in questo caso una ricca decorazione di derivazione moresca. I palazzi barocchi più significativi si trovano in Andalusia; tipico è l’ospedale de Los Venerables Sacerdotes a Siviglia (1687-1697), progettato da Leonardo de Figueroa. Nel resto del paese il churriguerismo – tendenza decorativa che prende il nome dalla famiglia di architetti Churriguera – è evidente negli edifici fastosamente ornati di Barcellona, Madrid e soprattutto Salamanca.

Al seguito della colonizzazione, il barocco spagnolo si diffuse nelle colonie dell’America centrale e meridionale. Tra i centri più importanti in cui fiorì lo stile vi furono Città di Messico e Puebla in Messico, Antigua in Guatemala, Cuzco e Lima in Perù.

Arte Barocca Nord Europa

Dall’Italia, dove i maggiori artisti europei non mancavano di soggiornare almeno per un certo periodo al fine di apprendere le principali novità stilistiche, il barocco si diffuse rapidamente verso l’Europa settentrionale. Ciascuna nazione, tuttavia, ne sviluppò una versione peculiare, a seconda della tradizione artistica locale, e della situazione politica e religiosa del paese.

Barocco Fiammingo

Il barocco fiammingo è dominato dalla brillante personalità di Pieter Paul Rubens, che si formò sull’esempio di Caravaggio, dei Carracci e di Michelangelo. Lo stile maturo dell’artista, caratterizzato da grande ricchezza cromatica, composizioni dinamiche e pennellata sensuale, segnò l’apogeo della pittura barocca del Nord: basti ricordare il celebre ciclo di 21 tele della Vita di Maria de’ Medici (1621-1625, Louvre, Parigi). Fra gli allievi di Rubens si distinse Antonie van Dyck, pittore di corte e dell’aristocrazia, autore tra l’altro di un famoso Ritratto di Carlo I in tenuta da caccia (1635 ca., Louvre, Parigi). Jacob Jordaens e Adriaen Brouwer divennero noti per le realistiche scene di vita campestre dei loro dipinti, soggetto frequentato anche da altri artisti fiamminghi, quali David Teniers e l’olandese Adriaen van Ostade.

Gli scultori barocchi fiamminghi trassero spesso ispirazione dall’arte italiana: così fu per Artus Quellinus, che risentì anche della lezione di Rubens, e per François Duquesnoy, che collaborò con Bernini a Roma. Il gusto italiano è altresì visibile nell’architettura fiamminga, di cui un esempio è offerto dall’ex chiesa gesuita di San Carlo Borromeo (1615-1621, ora museo) ad Anversa.

Barocco Olandese

Paesaggi, nature morte, animali e scorci architettonici sono tra i soggetti più ricorrenti nella pittura barocca olandese, che fra XVI e XVII secolo conviveva ancora con una corrente manierista (rappresentata ad esempio da Hendrick Goltzius). Lo stile caravaggesco giunse al seguito di artisti come Gerrit van Honthorst e Hendrik Terbrugghen, che tornarono in patria dopo aver lavorato in Italia. Negli anni Venti del Seicento la tendenza naturalistica si era ormai affermata tra i pittori di Utrecht, inaugurando il periodo aureo dell’arte olandese. Si distinsero presto le figure di Frans Hals, famoso ritrattista, e Rembrandt, che nella famosa Ronda di notte (1642, Rijksmuseum, Amsterdam) sperimentò uno straordinario uso della luce e del chiaroscuro: le figure sono costruite da una pennellata decisa e vibrante, che conferisce al dipinto una qualità emotiva di rara potenza. Di segno più intimista fu la produzione di Jan Vermeer, che eccelse nella resa psicologica dei personaggi e nella padronanza degli effetti atmosferici della luce.

Fino al 1650 la scultura olandese rimase prevalentemente manierista; l’esuberanza barocca fu introdotta dagli scultori fiamminghi e in particolare da Artus Quellinus, che si occupò della decorazione del municipio di Amsterdam, ora Palazzo Reale.

Barocco Inglese

La pittura barocca in Inghilterra fu fortemente influenzata dalle opere di Rubens e Van Dyck, che ispirarono un’intera generazione di ritrattisti. Anche la scultura risentì dello stile fiammingo, oltre che dell’arte italiana. All’architetto Inigo Jones, che studiò in Italia il classicismo di Andrea Palladio, si deve l’introduzione, nel XVII secolo, dello stile palladiano in Inghilterra. Ne è un chiaro esempio la Banqueting House (1619-1622, Londra), dove si trova lo splendido affresco di Rubens Allegoria della pace e della guerra (1629). Anche Christopher Wren, tra le figure più influenti dell’architettura in Inghilterra e nelle colonie americane per oltre un secolo, soggiornò a lungo in Italia: i suoi progetti per la cattedrale di Saint Paul (iniziata nel 1675), a Londra, rivelano lo studio dell’opera di Bramante, di Borromini e di altri architetti italiani.

Barocco Francese

All’inizio del XVII secolo, in Francia la scuola manierista di Fontainebleau era ancora attiva. Le scene a lume di candela di Georges de La Tour, tuttavia, suggeriscono già l’influenza del Caravaggio. Il naturalismo barocco trovò piena espressione nelle opere di Valentin de Boulogne, che aveva vissuto in Italia, e di coloro che erano entrati in contatto con il realismo fiammingo, come i fratelli Le Nain e Philippe de Champaigne. Di estrema importanza per la storia della pittura barocca francese furono il classicismo di Nicolas Poussin, che visse a lungo a Roma, e l’inconfondibile stile pittorico di Claude Lorrain.

Tra gli scultori, si ricordano Pierre Puget, François Girardon e Antoine Coysevox, autore quest’ultimo di ritratti plastici improntati a un chiaro classicismo. Verso la fine del secolo, in tutte le arti si impose un gusto più elaborato, come appare dagli affreschi di Charles Le Brun, dalle architetture di Louis Le Vau, dai giardini di André Le Nôtre che ornano il castello di Vaux-le-Vicomte (1655-1661) e l’immensa reggia di Versailles. Un progetto grandioso, in cui si espresse uno stile di grande raffinatezza ed equilibrio formale, fu l’ampliamento (1667-1673) del Louvre, a opera di Louis Le Vau, Le Brun, Claude Perrault e altri.

Barocco tedesco e Austriaco


Due maestri della pittura barocca tedesca furono Adam Elsheimer, che, trasferitosi a Roma nel 1600, fece propri i canoni del classicismo, e Johann Liss, che operò a Venezia e a Roma.

All’inizio del XVII secolo, nei paesi di area tedesca la scultura era largamente improntata allo stile manierista. In Germania, Jörg Zürn continuò in forme nuove la tradizione scultorea in legno dei paesi alpini, con opere di grande impegno quali l’altare della cattedrale di Überlingen (1613-1619). Fu soprattutto il bavarese Balthasar Permoser ad assimilare le tendenze espressive barocche in Italia, introducendole in modo fecondo nell’ambiente artistico di Dresda (fu autore delle sculture celebrative dello Zwinger). Anche a Vienna, come a Dresda, l’architettura barocca trovò ampio favore alla corte reale. Uno dei maggiori architetti barocchi austriaci, Johann Bernhard Fischer von Erlach, diede prova di aver pienamente assimilato lo stile italiano nel suo capolavoro, l’opulenta chiesa di San Carlo (1715-1737) di Vienna





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